METODI

METODO CRISPIANI

LA DEFINIZIONE

Il “Metodo Crispiani” consta di: esperienze, ricerche e studi, azioni professionali, procedure e materiali, documentazioni, progettazione di ambienti, materiali e tecnologie per:

  • La diagnosi.
  • La valutazione funzionale.
  • La prevenzione.
  • La progettazione abilitativa.
  • Il trattamento abilitativo.
  • La consulenza alla scuola.
  • La consulenza alla famiglia.
  • L’orientamento scolastico.
  • L’orientamento professionale.
  • L’aiuto all’adattamento.
  • Il potenziamento cognitivo.

 

IL PARADIGMA

La Condizione Dislessica non è una patologia.
La Condizione dislessica include sempre Dislessia, Disgrafia e Disturbi delle abilità matematiche (è un disturbo integrato), costituisce un Disturbo delle Funzioni esecutive nel senso della Disprassia, una forma di disordine funzionale (non di deficit), e comporta sempre una forma di Dislateralità presente o pregressa. La Persona dislessica è tendenzialmente lenta, a volte alterna lentezza e precipitazione, sempre esprime insufficiente organizzazione nel tempo e nello spazio, a volte eccede nella precisione e nell’ordine. Quasi sempre manifesta esitazioni nell’incipit dell’agire di ogni tipo e nel controllo del tono muscolare. Spesso il linguaggio del dislessico è lento o precipitoso, non reca disturbi di ordine semantico (simbolico, fonologico), ma di ordine motorio (esecutivo, sequenziale, fonetico, es. inversioni, interruzioni, disfluenza, lentezza/precipitazione). Le sostituzioni di foni possono manifestarsi entro le parole, ovvero nel procedere sequenziale, non in singole emissioni foniche.
Anche il pensiero non è immune dal disordine dislessico, infatti può mostrarsi lento e smarrito, ma anche intuitivo, brillante, tendente a bypassare la sequenza regolare dei concetti e delle proposizioni. Talvolta è disordinata anche la sintassi del pensiero. Insicurezza, emotività, umoralità  accompagnano spesso il ragazzo dislessico. La familiarità e quasi totale, quindi la natura biologico-genetica. La condizione di Dislateralità non vuol dire mancina o contrariata, bensì non completamente lateralizzata e si manifesta come lettere o numeri speculari, inversioni, chiusure orarie, interferenze, gestualità speculare, forme miste, ecc. Sono dislaterali i sinistri non primari, i destri/sinistri contrariati, i destri con interferenze ed orientamento verso sinistra, forme non stabilizzate.
La Dislessia non è un deficit, ma un disordine.
La Dislessia è un Disturbo della esecuzione del leggere, scrivere, contare, incolonnare, comprendere il testo dei problemi, ecc. e, per effetto di ciò, può disturbare gli apprendimenti scolastici. Essa tuttavia in genere è alquanto più pervasiva, dal momento che comporta disordine nella esecuzione di molti comportamenti organizzati nel tempo e nello spazio e nelle giuste sequenze.
La condizione dislessica è un disturbo parzialmente pervasivo ed interessa principalmente l’esecutività delle condotte nel loro ordine sequenziale, pertanto: LA DISLESSIA E’ UNA DISPRASSIA SEQUENZIALE.

IL  TRATTAMENTO  ABILITATIVO

Per Trattamento abilitativo si intende l’insieme delle azioni dirette sul caso (azioni educative, terapiche), l’impiego di situazioni, ambienti e materiali coerenti ad un progetto di funzionalizzazione attiva, con esclusione delle “misure sostitutive” che evitano al soggetto di esercitare e migliorare le propria competenze. Nell’ambito della TPM, il trattamento abilitativo è condotto da operatori specialisti secondo le linee procedurali e le logiche della Strategia Ecologico-Dinamica nel contesto del Sistema CO.CLI.T.E. (COgnitivo CLInico Trattamento Educativo). Gli specialisti possono essere iscritti nell’INDEX-IPR dell’Istituto Itard (www.istitutoitard.it).
Il Trattamento occupa di norma 3 mesi per 3 sedute settimanali e chiama il soggetto in trattamento ad un Training comune, che può essere integrato da un Training speciale di attivazione funzionale, volto a lavorare sulle 12 Azioni che compongono il Sistema portando l’esecuzione su un regime di giusta intensività e coerenza, in direzione della fluidità e del potenziamento della sequenzialità. Scopo del Trattamento non è l’utilizzo di strumenti che bypassano i problemi e privano i ragazzi del necessario esercizio funzionale, ma di sollecitare, monitorare e spingere a fluidità sia le capacità di base (motorie, percettive, di memoria, linguistiche, di pensiero, grafo motorie) che quelle primarie (lettura, scrittura, matematica). Il Trattamento può avere un seguito in ambito disciplinare (matematica, latino e greco, lingua straniera…), oppure esercitare prestazioni trasversali come il resoconto, la sintesi, il colloquio, l’interrogazione, il prendere appunti, sempre in senso formativo. Si occupa, inoltre, della formazione al “metodo di studio”. Il Trattamento impegna lo specialista nella Presa in carico dell’allievo e della sua condizione personale ed è valutato sistematicamente dal confronto delle rilevazioni dei familiari, dei docenti e del terapista.

GLI  OBIETTIVI

Il “Metodo Crispiani”, sulla scorta del Sistema COCLITE, del Trattamento Ecologico-Dinamico assume i seguenti obiettivi:

• Potenziare la fluidità e l’accuratezza delle funzioni esecutive complessive
• Migliorare le competenze del leggere, scrivere e delle prestazioni matematiche.
• Migliorare la fluidità esecutiva ed il contatto con la classe e con i pari.
• Migliorare la disponibilità ai compiti ed alla vita.
• Evitare il ricorso misure sostitutive, aggiramenti, fughe, finzioni, tranne per esami finali, concorsi, prove selettive.
• Perseguire un’autonomia funzionale, non sussidiata.
• Fare proprio il motto  “IO  NON MI  ARRENDO”.

In quanto non caratterizzanti la Condizione dislessica-disprassica, costituiscono falsi obiettivi, o ambiti di lavoro: la discriminazione visiva, l’associazione segno-suono (simbolizzazione), la memorizzazione di parole, il rallentamento esecutivo, la reiterazione di prestazioni, la sostituzione dell’agire con strumenti suppletivi (tranne nelle prove di valutazione finali o di selezione), la dispensa dalle prestazioni, la trascuratezza delle componenti prassico-motorie e coordinative dell’agire.

IL  PRINCIPIO  ATTIVO

Il disordine esecutivo (dislessia, disgrafia, discalculia, disprassia, disordini motori e spazio-temporali) è oggetto di abilitazione (educazione, potenziamento, funzionalizzazione, terapia) mediante processi intensivi di attivazione di sequenze d’azione in costanza e fluidità. L’esecuzione attiva, fluida, consapevole ed automatica di sequenze motorie, percettive, grafo-motorie, mnestiche, linguistiche, del pensiero, quindi del leggere, scrivere e calcolare, generano  il potenziamento della funzione e dell’organo. Mentre l’inerzia genera deperimento, l’attivazione simultanea, coordinata e costante di funzioni è motivo di riorganizzazione dei flussi corticali inter-emisferici e di potenziamento della loro efficacia. In particolare l’aumento della fluidità (prontezza dell’incipit, giusta velocità, agile autocorrezione, costanza, ecc.), unitamente all’approccio globale alla realtà (parole, enunciati, stringhe di segni, numeri, figure) consente la dinamizzazione di processi esecutivamente lenti e disordinati. Approccio all’intero e fluidità orientano l’agire della persona in condizioni di normo-funzionalità e sono pertanto assunti come competenze da costruire e su cui erigere la correttezza. Indicatore qualitativo fondamentale è la fluidità esecutiva, non la velocità.
La migliore fluidità delle funzioni esecutive complessive, potenzia le capacità di frenaggio eletterofisiologico, quindi le funzioni di autoregolazione, autoinibizione ed autocontrollo consentendo la regolazione della dinamica lentezza-precipitosità. Le Pratiche Ecologico-Dinamiche favoriscono i processi cognitivi impegnati nelle criticità: parte-tutto, induzione-deduzione, ipotesi-conferma, perseguiti con crescente velocità e multi modalità, con opportuna pressione (continuità di esercizio) e fluidità.

IL  TRAINING COMUNE

Il terapista conduce un processo formativo che congiunge le 12 Azioni cognitive del Trattamento Ecologico-Dinamico, con l’Activity Gym e con il Motor Training Program.
Le Azioni
Azione 1  – L’autoanalisi.
Azione 2  –  La motricità.
Azione 3  –  La percezione.
Azione 4  – La memoria.
Azione 5  –  Il linguaggio.
Azione 6  – La grafo-motricità.
Azione 7  – I Barrages.
Azione 8  – La letto-scrittura.
Azione 9  – La narrazione
Azione 10  – La discalculia – I° livello   – 5-7 anni
Azione 11  – La discalculia – II° livello  – 8-11 anni
Azione 12  – La discalculia – III° livello  – 11-14 anni
Azione 13  – Il pensiero
Azione 14  – La comprensione del testo

– L’Activity Gym.

Ciascuna esercitazione è aperta dalla Activity Gym[3], 5 minuti di dinamiche prassico-motorie intensive preparatorie alle attività abilitative (incipit del training), allertamento delle funzioni esecutive complesse, in tre ambiti più significativi per i coordinamenti neuro-psico-motori che costituiscono la Triade dinamizzante: – motricità generale – schemi laterali e crociati – schemi rotatori).

– Il Motor Training Program.

Programma di attività motorie globali e sinergiche per il pèotenziamento generale e di tutte le funzioni esecutive mediante l’attivazione dinamica di schemi sequenziali fluidi, automatici ed autoregolati.
1. Il Training è complessivamente:
2. Orientato ai vettori Successioni – Automatismi – Fluidità, che costituiscono il Polo SAF;
3. Condotto in un regime di fluidità e giusta pressione esecutiva.

IL  TRAINING SPECIALE

Interventi terapici molto intensivi e con totale monitoraggio per individui o piccoli gruppi (max 3) sono condotti per brevi periodi (3 giorni e per 5/6 ore giornaliere in due fasi) con interessamento della dinamizzazione neurologica cerebrale mediante processi sequenziali prassico-motori alternati alla immediata lettura rapida, che costituiscono sequenze di Lettura Intensiva e Rapidità Motoria (Champion LIRM).
Situazioni ludiche, individuali, in coppia o in gruppo, condotte sul piano prassico-motorio e cognitivo in regime di rapidità, coordinamento ed organizzazione spazio-temporale, costituiscono un Play Prassic Program.

METODO FEUERSTEIN

Il Metodo Feuerstein è basato sulla teoria della modificabilità cognitiva elaborata da Reuven Feuerstein secondo la quale è possibile, in qualsiasi età e in qualsiasi situazione, sviluppare le potenzialità cognitive ancora inespresse.

Il Metodo Feurstein non mira alla trasmissione di contenuti ma alla riflessione sui processi mentali attivati in fase di lavoro.
La consapevolezza metacognitiva del proprio modo di apprendere e del proprio stile cognitivo consente di trasferire in altre situazioni le abilità possedute o acquisite nella formazione e avvia all’uso autonomo del pensiero.

L’applicazione del metodo è resa possibile grazie all’interazione con un mediatore che orienta, senza dare soluzioni, il soggetto verso l’analisi dei processi di pensiero messi in atto durante lo svolgimento di un problema.

Il PAS (Programma di Arricchimento Strumentale) che rappresenta il programma di intervento del Metodo Feurstein, è suddiviso in tre livelli ed è composto da 14 strumenti costituiti da esercizi carta e matita ed è applicato in differenti contesti (dalla scuola alla formazione professionale, all’educazione degli adulti, all’impresa e alla riabilitazione degli anziani).

Si presenta in particolare come mezzo di notevole efficacia per intervenire sul disagio giovanile e sull’handicap.

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